VINCENZO FONTANA
Critica a Rights of Man di Thomas Paine
con un saggio introduttivo di Salvatore Vaiana
Critica a Rights of Man di Thomas Paine
con un saggio introduttivo di Salvatore Vaiana
Editore: Bonfirraro
Anno: 2016
Pagine: 128
ISBN: 9788862721172
Critica a Rights of Man di Thomas Paine viene pubblicata in occasione di una ricorrenza storica di
rilievo, il 240° anniversario della Declaration
of Indipendence, 1776 degli Stati Uniti, la cui
«egemonia» economica, politica e culturale – ma non militare – oggi viene messa
in discussione dall’affermarsi di nuove potenze nell’odierna dimensione
globale, la quale così va configurandosi sempre più multipolare rispetto a
quella unipolare che sembrava imporsi dopo la fine del bipolarismo Usa-Urss che
caratterizzò il «Secolo breve».
Il saggio è un’analisi puntuale del classico
di Thomas Paine, Rights of Man (1791-92), che – nella dinamica
analitica – viene contestualizzato nella sua opera omnia, con riferimenti
particolari a Common Sense (1776) e Agrarian Justice (1796).
Esso è svolto in un confronto critico
serrato con le opere più note su Paine, opere in lingua straniera di autori
come Best, Conor O’ Brien, Cole, Collins, Dos Passos, Foner, Kramnick, Roger,
Williamson, Woodward, e in lingua italiana di autori come Vittorio Gabrieli e
Tito Magri. In particolare quest’ultimo studioso è utilizzato dall’autore per
la sua analisi della teoria painiana dei diritti dell’uomo alla luce di alcune
categorie interpretative marxiane.
È un lavoro con aspetti filosofico-giuridici
quando avanza una critica marxista al giusnaturalismo painiano. Fontana,
infatti, rileva «due filoni principali di analisi e di interpretazione» di Rights of Man: il primo,
«liberale e radicale», considera l’autore «un precursore della democrazia moderna»
e un teorico del «giusnaturalismo moderno», secondo cui «i diritti della Dichiarazione [del 1789] (libertà, proprietà,
uguaglianza) spettano all’individuo indipendentemente da qualsiasi rapporto
sociale»; il secondo, ritenuto «più completo», analizza l’opera alla luce del
pensiero di Marx e ha, come scrive Magri, «di mira il giusnaturalismo (e il
liberalismo)», ma «solo in quanto si configura come particolare sistema storico
di potere». Sono due filoni di pensiero che si proietteranno nella stesura della Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948. (Tratto dal saggio introduttivo di Salvatore Vaiana)
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