Prima parte dell'intervento alla presentazione del libro del prof. Giuseppe Carlo Marino, Vita politica e martirio di Nicola Alongi contadino socialista, Edizioni Novecento, Comune di Prizzi, 1997
Nella primavera di vent’anni orsono, un nutrito gruppo di studenti universitari prizzesi gravitante nell’area della “Nuova Sinistra”, alla ricerca delle radici più profonde delle proprie idealità politiche e culturali, progettò e avviò una ricerca per ricostruire la storia del movimento contadino prizzese e - assieme a quella di Giuseppe Rumore - la figura di Nicola Alongi: un socialista e capolega il cui ricordo era rimasto indelebile nel cuore di coloro che ancora continuavano, in forme diverse, la sua lotta per il progresso e per la giustizia sociale; una cristallina figura di eroe siciliano di questo nostro secolo ormai crepuscolare che nemmeno i bui anni del ventennio fascista riuscirono ad offuscare e che riemerse limpida e imponente per diventare, nel secondo dopoguerra, simbolo di lotta delle nuove generazioni contadine; un martire che era stato varie volte ricordato (gli furono intitolati un piroscafo del Cantiere navale di Palermo, due sezioni: una a Prizzi e una a Palermo e una via a Prizzi) e tre volte commemorato (il 22 marzo 1920 alla Camera dei Deputati dagli onorevoli Quarantini, Vacirca e Guarino Amella, il 1920 dal Consiglio comunale di Prizzi, il 1965 a Prizzi per il centenario della nascita), ma mai studiato attentamente, a parte il pionieristico interesse di un allora giovane professore universitario, Giuseppe Carlo Marino, che nel suo Partiti e lotta di classe in Sicilia pubblicato da De Donato nel 1976, dedicò alle figure di Alongi e Rumore un nutrito paragrafo. Quegli studenti svolsero un intenso e motivato lavoro alla Biblioteca regionale di Palermo e intervistarono diverse persone che erano state vicine ai due martiri, come Ribelle Alongi, la signora Maria Vallone, moglie di Rumore, e le figure più rappresentative della sinistra di allora, Tano Canzoneri(1), Nino Leone(2) e Vincenzo Blanda(3): persone che oggi non sono più con noi, ma che rimangono presenti nella memoria collettiva prizzese per i loro apporti sindacali e politici. La ricerca, quando era ormai giunta a un discreto livello di raccolta dei materiali, si arenò per la crisi che, alla fine degli anni settanta, investì la sinistra rivoluzionaria a cui quel gruppo si richiamava. Rimase, però, il materiale raccolto, fra cui gli articoli tratti dal settimanale "La Dittatura Proletaria", da tempo misteriosamente non più consultabili presso la Biblioteca regionale, e alcuni preziosi documenti (una foto, una lettera manoscritta e un’intervista) donati dalla vedova Rumore, figura di coraggiosa donna socialista. La lettera e l’intervista sono state consultate dal prof. Marino per il suo prestigioso lavoro così fermamente voluto da quest’Amministrazione comunale. Voglio ricordare l’iniziativa sopra citata perché ritengo quei giovani gli ultimi eredi delle idealità di Alongi. La crisi degli anni ottanta e l’imperante qualunquismo giovanile hanno, infatti, sepolto una figura e un movimento che potrebbero essere carichi di significati anche per le generazioni odierne, essendo il messaggio di Alongi e Rumore, al di là dell’esperienza contingente in cui è maturato, universale; messaggio fondato sui valori di libertà, uguaglianza e fratellanza e sulla lotta come strumento per la loro affermazione e conservazione.
Il libro del professor Marino, Vita politica e martirio di Nicola Alongi contadino socialista, sottrae finalmente all’oblio e alla complice omertà il pensiero e l’azione del nostro onesto, intelligente e coraggioso concittadino, e, riconoscendogli i giusti meriti, gli dona für ewig attraverso la parola scritta l’immortalità, e la sua memoria, così nobilmente recuperata, sarà suscitatrice di “egregie cose”.
Va anche detto che l’opera del professor Marino costituisce un tassello importante per la stesura di una moderna storia di Prizzi che non sia superficiale o ad uso turistico, ma che voglia ricostruire il nostro passato per una più piena comprensione del presente, al fine di una trasformazione radicale e progressiva della nostra realtà locale. In questo senso, il professore, nell’ambito del suo ordinario lavoro accademico, sta dando un ulteriore contributo assegnando una tesi di laurea sul secondo Ottocento prizzese, altro tassello storiografico di fondamentale importanza. Sono lavori che potranno essere utili a chiunque sia interessato ad aggiornare e riscrivere la nostra storia, non ancora indagata a fondo; storia che, specialmente negli ultimi due secoli, è stata tanto tormentata, ma anche ricca di epiche pagine e di personaggi notevoli su cui si sono imbattuti occasionalmente diversi studiosi, anche stranieri. Fra questi ricordo il sociologo tedesco Henner Hess, che, oltre ad aver dedicato diverse pagine della sua nota opera Mafia ad oscure vicende prizzesi, ha scritto anche l’introduzione al saggio La maffia del nostro concittadino Giuseppe Alongi. Riedito, con grande sensibilità, dall’editore Sellerio nel 1977, questo saggio rappresenta un punto di riferimento essenziale per gli studiosi del fenomeno mafioso .
Mi auguro, infine, che le ricerche storiche in corso possano chiarire se ci sia una «continuità» - che a priori non possiamo dire «indimostrabile» - o una frattura nelle modalità di gestione del potere politico-amministrativo e nei processi sociali economici e culturali(5).
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NOTE
(1) Gaetano Canzoneri fu tra i fondatori della sezione del PCI di Prizzi. Partecipò ai lavori del 1° Congresso della Federazione Provinciale Comunista di Palermo che si svolse il 10, 11 e 12 febbraio 1945. Egli vi esordì ricordando «l’esempio e l’insegnamento del grande martire Alongi, vittima di mano assassina». Passato agli inizi degli anni cinquanta nelle fila del PSI, fu consigliere comunale e dirigente della Camera del Lavoro.
(2) Antonino Leone, nato a Prizzi nel 1903, fu tra i fondatori della sezione del PCI. Guidò, fra il 1948 e il 1951, l’ultima battaglia per la terra ed è perciò il vero erede politico di Cola Alongi. Per un trentennio, fino alla metà degli anni settanta circa, fu il dirigente incontrastato dei comunisti prizzesi, che rappresentò dignitosamente in Consiglio comunale.
(3) Vincenzo Blanda, dopo una lunga militanza nel PSI, confluì con un nutrito gruppo di compagni socialisti nel PSIUP di Tullio Vecchietti. Ricordò Cola Alongi in un pubblico comizio del 14 marzo 1965.
(4) Speriamo che la nuova amministrazione comunale riesca a partorire almeno un embrione di archivio in cui possano approdare le carte private che i cittadini sensibili alla cultura e alla ricerca storica vogliono donare, i numerosissimi volumi di inestimabile valore dell’archivio storico comunale e il preziosissimo materiale dell’ex Pretura, che pare giaccia in uno stato di assoluto abbandono e lasciato alla “ricerca” degli acari e dei topi. Probabilmente la ricerca del professor Marino sarebbe potuta approdare ad esiti diversi se fosse stato possibile consultare tale materiale, specialmente quello dell’archivio storico relativo agli anni 1914-1920, che conserva gli atti delle giunte Valenza e Gristina e gli atti di quel Consiglio in cui sedette autorevolmente Nicola Alongi.
(5) A. Pecoraro - G. Cannariato, Presentazione, in G. C. Marino, Vita politica e martirio di Nicola Alongi contadino socialista, Ediz. Novecento - Comune di Prizzi, 1997, p. II.
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