2.12.12

SALVATORE VAIANA, Una giornalista sul fronte di guerra




Emanuela Zuccalà è giornalista del settimanale “Io Donna” del “Corriere della Sera”; una giornalista hard come il rock che nel suo assai raro tempo libero canta con la sua band milanese, Acid Queen

  Nata in provincia di Varese da genitori siciliani, si considera, e lo è nello spirito, «Very Sicilian». È di Leonardo Sciascia la sua citazione preferita: «Tu devi guardarti dai modi di dire, dai proverbi, dalle parabole: le cose devi dirle nel modo più secco e più corretto, con educazione, con tatto».
  Nel 1997 si laurea in filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ma all’inganno del cristianesimo predilige l’autoinganno nell’immaginaria religione di Kurt Vonnegut, il Bokononismo; e al nichilismo imperversante negli anni della sua adolescenza, e tuttora persistente, preferisce l’impegno nel giornalismo militante e un’adesione ideale all’anarchismo.
  Sulle orme del padre Michele, parlamentare socialista per tre legislature (fra gli incarichi ricoperti quello di membro della “Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia" dal 5 febbraio 1969 al 24 maggio 1972), si impegna sul fronte delle inchieste antimafia.
Oltre che per la Sicilia, il suo cuore batte per il Mediterraneo islamico, dal medio oriente al Sahara, così forte da essere soprannominata Zucc’allah dall’amica fotografa Simona Gizzoni, con la quale percorre territori minati e doloranti del globo.
  Ha vinto diversi premi giornalistici, fra i quali il premio “Giornalismo per il Sociale” di Assolombarda, il premio “Benedetta d’Intino” per il giornalismo sui temi dell’infanzia, il premio dell'Unione Stampa Cattolica Italiana su tematiche femminili. E' stata finalista italiana per il premio "Per la diversità, contro le discriminazioni" della Commissione Europea e per la prima edizione del premio giornalistico del Parlamento Europeo. Nel 2007 ha vinto il premio “Sodalitas - Giornalismo per il Sociale” con un’inchiesta sul manicomio criminale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME);  nel 2009 il prestigioso premio giornalistico Enzo Baldoni con un articolo sugli stupri di guerra in Congo; nel 2011 è stata finalista al “Mediterranean Journalist Award” della Anna Lindh Foundation con un reportage sui giovani rivoluzionari della Striscia di Gaza.
  Emanuela, ha pubblicato per le edizioni Paoline Risvegliato dai lupi, un viaggio nelle carceri italiane, e Sopravvissuta ad Auschwitz, la storia di Liliana Segre, fra le ultime superstiti italiane della Shoah ebraica, La mia ‘Ndrangheta, storia e cronaca della ‘ndrangheta a Reggio Calabria e nella Locride, attraverso il racconto personale dell’imprenditrice Rosy Canale, e scritto i testi del volume fotografico La ruota che gira (edizione Contrasto) sull’infanzia in Cambogia.
  Attualmente è impegnata alla realizzazione di un progetto di notevole rilievo internazionale: un documentario sulle donne saharawi, finanziato con successo attraverso il crowd funding. Il documentario è il frutto di alcuni suoi viaggi in Sahara Occidentale e nei campi profughi saharawi in Algeria che sono stati finanziati dalla fondazione americana The Aftermath Project. Grazie all'articolo Solo per farti sapere che sono viva ha vinto il Premio Press Freedom Award, di “Reporters Without Borders Austria”.


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