29.8.13

SALVATORE VAIANA, Un archivio e una biblioteca per la cultura e la storia delle sms e soms della Sicilia

Svolgo il mio intervento con l’idea che lo studio della cultura e della storia del mutualismo non deve essere fine a se stesso, ma deve avere fini educativi per i soci delle sms e deve essere funzionale alla ricerca di un’alternativa a «un modello sociale – come scrive  Adriana Luciano in Le società di mutuo soccorso tra memoria e nuovo welfare - fondato su un mercato che si pretendeva capace di autoregolazione e di uno Stato che ci si aspettava in grado di ridurre le disuguaglianze e di rispondere alla domanda sociale di sicurezza»; un modello che invece ha prodotto un mercato caratterizzato da un liberismo disumano e dominato dall’oscura presenza di una potente elite finanziaria e uno Stato impotente, anzi dominato dalla finanza e dal mercato.



1.      Educazione e questione morale nel mutualismo delle origini


Già al IX congresso delle società operaie, svoltosi a Firenze il 27 settembre 1861, fu approvata una mozione che chiedeva al governo del neonato Stato italiano l’istruzione laica e obbligatoria: era la via per diminuire l’analfabetismo di massa, condizione fondamentale per il raggiungimento dell’autocoscienza dei lavoratori.

Non era facile realizzare quell’obiettivo, e così le società cominciarono autonomamente ad organizzare scuole serali e domenicali nelle quali in tanti impararono a leggere e a scrivere. In alcune di esse si formarono anche piccole biblioteche.

A livello nazionale, i primi dati sull’istruzione nelle sms sono riportati nelle statistiche periodiche del Ministero d’Agricoltura Industria e Commercio. Secondo la Statistica 1873, l’istruzione era incentivata dal governo su richiesta dei promotori borghesi del mutualismo, il cui «suggerimento» «non rimase inascoltato» e così «molte delle Società che si fondarono dopo il 1867 inserirono nei loro statuti disposizioni riguardanti appunto l’educazione e l’istruzione dei soci e dei loro figli».

Su questa scia, alcuni anni dopo l’avv. milanese Carlo Romussi scriveva ne Il libro delle società operaje che l’obiettivo delle soms era la «riforma economica», a fondamento della quale metteva la «riforma morale», che avrebbe, fra l’altro, risolto il grave problema del diffuso alcolismo fra una parte dei lavoratori. Una soluzione interna della questione morale egli la poneva nella costituzione di «circoli operai» e soprattutto nell’istruzione: le quote dei soci sono «consacrate», rilevava, all’istruzione «mediante il mutuo insegnamento».

Il libro di Romussi fu pubblicato nel 1886, alle soglie dell’approvazione della prima legge sulle società di mutuo soccorso: la 3818, del 1886 appunto, che se nel suo art. 1° pone i seguenti fini prioritari: «assicurare ai soci un sussidio, nei casi di malattia, d'impotenza al lavoro o di vecchiaia; venire in aiuto alle famiglie dei soci defunti», nell’art. 2° suggerisce uno scopo educativo: «Le Società di mutuo soccorso potranno … cooperare all'educazione dei soci e delle loro famiglie».

In Sicilia l’obiettivo di una «rivoluzione morale» attraverso l’educazione e l’istruzione dei soci delle sms è testimoniata in vari documenti e circostanze e ricordata dai protagonisti del tempo; ne diamo di seguito alcune esemplificazioni relative alle province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Messina.

Nel 1861, a Palermo si era costituita la “Società generale degli operai” con lo scopo di raccogliere, si legge nel suo Statuto, «in una sola famiglia» le varie categorie di lavoratori, per promuovere «l’associazione e l’istruzione» e il «mutuo soccorso», a perenne e limpida testimonianza che la Sicilia «che aveva compiuto una rivoluzione materiale, andava ora a compiere quella morale».

La fondazione di questa Società con la sua attiva «Scuola operaia» sarebbe stata ricordata alcuni decenni dopo da Francesco Palmigiano. Non è superfluo qui sottolineare che la scuola della sms aveva fatto di quest’operaio l’autore del primo saggio sulle società di ms palermitane: Cronaca delle società operaie dal 1860 al 1890, nel quale racconta anche la nascita, nel 1882, del Consolato Operaio di Palermo, che «fondò le scuole operaie per rendere istruzione diffusa fin dove sarà possibile, con biblioteche e conferenze, e far germogliare un’educazione patriottica nel popolo».

Ancora a Palermo nel 1882, nei locali della società operaia “Archimede” si svolse il Congresso Operaio Universale, presieduto da uno dei padri del socialismo siciliano, Saverio Friscia. Il Congresso si concluse con l’approvazione dell’ordine del giorno sul miglioramento materiale e morale della classe operaia.

Racconta Adolfo Rossi che il grande dirigente dei Fasci Rosario Garibaldi Bosco era solito leggere i giornali socialisti ai soci della soms palermitane che frequentava fin dall’età di quindici anni.

Negli anni Sessanta delle biblioteche popolari erano state fondate a Caltanissetta e a Palermo, dove si registra anche l’esistenza di una «Società d'istruzione popolare».

Vittorio Savorini scriveva in Condizioni economiche e morali dei lavoratori nelle miniere di zolfo e degli agricoltori della provincia di Girgenti (1881) che «delle quattordici Società operaie, che si trovano nella provincia, già quattro fin dal 1878 hanno fondato scuole elementari serali pei soci e pei loro figli».

Fra fine Ottocento e inizi Novecento la Società Operaia di Santo Stefano di Camastra (ME) deliberò «l’istituzione di una biblioteca circolante fra i soci»; e nel 1902 «l’apertura di una scuola serale con la nomina di due maestri: uno per le classi inferiori ed un altro per le superiori».


2.      Educazione, cultura e storia nel mutualismo odierno


Il «carattere educativo» del mutualismo delle origini è stato confermato un anno fa, e 126 anni dopo la legge 3818, nell’art. 23 del d.l. n. 179/18-10-2012, tramutato in legge: «Le società possono promuovere attività di carattere educativo e culturale dirette a realizzare finalità di prevenzione sanitaria e di diffusione dei valori mutualistici».

Una novità di rilievo è che l’educazione nelle sms non è più riferita all’alfabetizzazione e alla morale ma è associata alla cultura. E ciò è il risultato di due fattori positivi: con il miglioramento economico i lavoratori non hanno più quelle derive alcoliste e violente di un tempo; il loro livello culturale si è notevolmente elevato, grazie, oltre che alla scuola dell’obbligo, alle scuole di formazione dei partiti di sinistra. Il Psi prima e al Pci poi diedero dignità ai lavoratori elevandone le avanguardie a dirigenti di partito, di sindacato e di cooperative, a parlamentari regionali e nazionali.

Riguardo alla morale, una sua assai grave questione è all’ordine del giorno; ma non riguarda più i lavoratori, bensì il ceto politico corrotto, le classi agiate che sniffano cocaina e un certo clero pedofilo. Oggi - scrive la Luciano - «l’antica vocazione educativa del mutuo soccorso ha trovato naturale continuità in iniziative rivolte alle scuole e nella promozione di iniziative culturali e artistiche, sia a livello locale che regionale». In una prospettiva più avanzata, questa vocazione educativa andrebbe posta, a mio parere, in termini di un’educazione antimafia e di un’educazione critica delle masse popolari sottoposte a un ottundimento delle coscienze determinato, fra l’altro, dai potenti mass media di uomini che hanno reso la politica l’essenza dell’immoralità. Si avvierebbe così una rivoluzione culturale che risolverebbe di certo la nuova questione morale.

E di un’educazione critica e antimafia per una rivoluzione culturale dovrebbero oggi farsi carico, assieme ad altre agenzie educative del cambiamento, quei Centri culturali e di ricerca storica sul mutuo soccorso che sono sorti in diverse regioni d’Italia.

Il primo “Centro per lo studio e la documentazione delle Società di Mutuo Soccorso” fu costituito in Piemonte con la l.r. 24/90: Tutela e promozione del patrimonio e dei valori storici, sociali e culturali delle Società di Mutuo Soccorso, che  fra le sue finalità prevede la costituzione di banche dati sulle «SMS esistite ed esistenti in Piemonte, sulle fonti storiche relative ad ogni sodalizio e sul loro patrimonio culturale» e sulle «fonti bibliografiche ed archivistiche relative alla storia del Mutualismo piemontese in particolare e del Mutualismo nel suo complesso». Sulla scia di questa legge, altre regioni (Puglia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Veneto, Sardegna, Calabria, Abruzzo) ne emanarono delle analoghe che prevedevano la costituzione di altri Centri studio.

Cinque anni dopo, l’8-10 novembre 1995 si teneva a Spoleto il seminario di studi Le società di mutuo soccorso italiane e i loro archivi, i cui atti furono pubblicati nel 1999. Un nutrito gruppo di studiosi presentarono delle interessanti indagini sugli archivi delle regioni Piemonte, Umbria, marche, Toscana, Campania, Emilia Romagna e Veneto. Come si vede, la regione più a sud indagata è la Campania, mentre della Sicilia c’è traccia solo nell’intervento di Sebastiano Solano, e non risulta pubblicata la relazione Le società di mutuo soccorso in Sicilia di Claudio Torrisi. Che in un prossimo analogo convegno la Sicilia possa essere presente con proprie indagini è certamente un proposito del convegno odierno fortemente voluto dal CORESI SOMS-SMS.

Il CORESI ha recepito fin dalla sua nascita l’importanza degli aspetti culturali e storici del mutualismo introducendoli sia nel suo Atto costitutivo (dove si parla della «salvaguardia del patrimonio materiale e morale» delle sms) che nel suo Statuto (che si pone l’obiettivo di «promuovere e favorire la ricerca storica» sulle soms e sms «al fine di divulgare e salvaguardarne il patrimonio culturale, morale e materiale»).

A sostenere la ricerca storica interviene la legge 10 agosto 2012, n. 46, “Promozione della mutualità volontaria e istituzione dell’Elenco regionale delle Società di Mutuo Soccorso”, approvata dall’Assemblea regionale siciliana su sollecitazione del CORESI. Essa, nel lungo e articolato art. 6° c. 2°, stabilisce il fine di «curare e sovrintendere agli archivi, alle biblioteche e a tutto il materiale storico delle SMS della Sicilia». Da queste citazioni emerge con chiarezza l’alto valore che il Coordinamento attribuisce alla conoscenza della storia; una conoscenza per la prassi, come ci insegna quel Gramsci citato nella locandina e negli inviti a questo Convegno: «Io penso che la storia ti piace, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti più uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono tra loro in società e lavorano e lottano e migliorano se stessi, non può non piacerti più di ogni altra cosa» (Gramsci al figlio Delio).

Un modesto ma utile contributo all’attuazione dell’art. 6 potrebbe darlo da Prizzi, un comune in provincia di Palermo, centro agricolo di forte associazionismo delle classi lavoratrici (dalle società mutuo soccorso, al Fascio contadino, alle leghe contadine di inizio Novecento, alla Camera del Lavoro), di storiche lotte contadine, guidate da coraggiosi e prestigiosi dirigenti come Nicola Alongi. Delle diverse società di mutuo soccorso nate fra fine ‘800 e inizi ‘900 ne sopravvive una, la prima, la “Società Operaia Agricola”, fondata nel 1874. Essa conserva interessanti documenti, gelosamente custoditi da circa un secolo in una cassapanca in legno, racchiusi nei seguenti volumi, che aspettano di essere studiati per ricostruire la storia di una Società che il prossimo anno compie 140 anni. Questi i documenti:


1.      «Protocollo del 20 nov. 1894 al 31 dicembre 1901 - Registro di deliberazioni dell'Assemblea dal 28 ottobre al 23 dicembre 1894 e dal 13 gennaio 1894 al 13 dicembre 1900, del Consiglio dal 18 ottobre 1894 al 9 nov. 1894, dal 7 al 29 gen. e dal 17 al 24 sett. 1894 - Ordini del giorno vari. Riunite nel presente volume dal segretario della Società Sarullo Luigi fu Domenico - 1898».

2.      «Deliberazioni del Consiglio - Prizzi 1897 - Luigi Sarullo Segretario».

3.      «Libro paga e matricole».

4.      «Protocollo di corrispondenza dal 1° gennaio 1902 al 1-7-937».

5.      «Registro soci».

6.      «Registro deliberazioni della Camera a votare dall'anno 1912 al 1926».

7.      «Registro delle deliberazioni del Consiglio da datare del 1 gen. 1926».

8.      «Dopolavoro - Soc. operaia agricola di M. S. - Registro di pagamenti».

9.      «Elenco soci della Lega Cattolica».


Oltre che ad affermare il valore della storia e della cultura sul piano statutario e legislativo, in questi anni il CORESI si è mosso concretamente per promuoverlo con diversi progetti, dalle celebrazioni in diverse Sms dei 150 anni dell’unità d’Italia e della nascita del mutualismo in Sicilia alla pubblicazione del suo primo volume Una grande storia: le società operaie di mutuo soccorso in Sicilia dall’Unità a oggi, all’adesione a diverse iniziative culturali nazionali.


Nonostante gli stimoli del CORESI e gli studi di vari ricercatori, lacunosa si presenta la storiografia sul mutuo soccorso siciliano: per rendersene conto basta scorrere il catalogo bibliografico Il mutuo soccorso ha i titoli a cura di Francesco Lucania. Anche se, a sua volta, il catalogo, il primo del genere, è incompleto: mancano le sms della provincia di Siracusa, ne è registrata una per ciascuna delle tre Province di Agrigento, Enna e Ragusa, due in provincia di Caltanissetta, tre in provincia di Trapani, sei in provincia di Catania, sette rispettivamente nelle province di Messina e Palermo. Poche queste complessive 28 sms rispetto alla consistenza reale delle società dell’isola nei 150 anni della loro storia. Ne è cosciente lo stesso curatore che, per colmare la lacuna, qualche anno fa aveva avviato assieme a me un lavoro di censimento che si è arenato per difficoltà oggettive; iniziativa che nelle migliorate condizioni organizzative odierne del mutualismo siciliano bisognerebbe riprendere per la sua indubbia utilità nella ricerca storica. E bisognerebbe riprenderla anche per allungare quel «solido filo del mutuo soccorso», per dirla con Sebastiano Solano, che unisce tutti i lavoratori italiani.

È in questo contesto di lacune da una parte e di ripresa di interesse mutualistico dall’altra che l’ambiente universitario siciliano va prendendo coscienza dell’improrogabilità di studi monografici sul mutuo soccorso.

Anche se pochi, dei lavori per una biblioteca ed emeroteca sul mutuo soccorso siciliano - ci si augura che possa essere presto inaugurata - esistono già; di seguito ne ricordo alcuni come testimonianza: oltre ai citati libri di Palmigiano e del CORESI, gli opuscoli su alcune singole sms (tra cui La mutua solidarietà. Società Operaia 1865-2005 di G. Lucifaro, Storia della Lega Braccianti Agricoli, Unione e Fratellanza di Ispica (1908-2008 di L. Blanco,);  i saggi contenuti nella seconda parte della rivista “Neos” intitolata Le società di mutuo soccorso siciliane negli Stati Uniti d’America; le tesi di laurea (cito quella M. Brignone Società di Mutuo Soccorso “L’Avvenire” 1908-2008 perché è stata pubblicata meritevolmente dalla SMS di Capo d’Orlando); Radicalismo e socialismo in Sicilia (1860-1882) di Gino Cerrito, un libro assi utile per le origini del mutualismo siciliano ma fuori commercio.

In corso di realizzazione segnalo la imminente pubblicazione di Tra solidarismo, assistenza e previdenza. Le società di mutuo soccorso in Sicilia nel XIX e XX secolo, a cura dei proff. Baglio e Noto.


Per la costruzione dell’archivio e della biblioteca il CORESI-SOMS-SMS ha dalla sua parte l’interesse del mondo universitario, in questo convegno ampiamente rappresentato, quello di singoli studiosi, di alcuni politici sensibili al solidarismo mutualistico, il sostegno della FIMIV, ma principalmente la fede e l’energia dei suoi dirigenti, Giuseppe Ciavirella e Giuseppe Bivona, ai quali va la mia stima e simpatia.

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