21.11.09

SALVATORE VAIANA. La contestazione e Il punto

CD-ROM a cura dell'Assessorato alla P. I. e Cultura del Comune di Canicattì, 13 marzo 2004.
Pubblicato in "L'ARCI presenta IL PUNTO, Giornale canicattinese degli anni settanta fondato e diretto da Vincenzo Sena".
Realizzazione multimediale di Salvatore Vaiana.









1. Le origini del movimento degli studenti e della Nuova sinistra

Negli anni sessanta, quando nei paesi capitalisti una nuova generazione di giovani, la beat generation, contestando la cultura dei loro padri approdò a un radicale scontro generazionale, Canicattì fu investita da questo fenomeno, per alcuni aspetti testimoniato, nella condivisione e nel rifiuto, dalla seguente lettera di una studentessa ai giovani canicattinesi:

«Giovani,

il vostro modo di agire e di esprimervi, devo rivelare, che mi è veramente simpatico. Anch'io faccio parte del vostro mondo, del mondo beat, e ne sono molto entusiasta. Sono d'accordo con voi nel divertimento; divertiamoci e prendiamo la vita come viene.

Ora […] alcuni di voi non si lavano, scappano via di casa e abbandonano Dio, per questo si rendono antipatici. Non parliamo dei capelloni, non mi piacciono; per essere giovani non occorrono capelli lunghi, si può essere giovani anche essendo seri […]
» [N1].

Nel 1968, la contestazione attraversò la scuola di massa italiana e con essa gli studenti diventavano protagonisti di una lunga quanto tormentata stagione di lotte per democratizzare la loro istituzione e per una cultura critica e aperta.

A marzo, ad Agrigento gli studenti si interrogavano già sulla esigenza di riforma della scuola: «Al Liceo Classico "Empedocle" di Agrigento - informava il giornale studentesco "Alfa 68" - alcuni studenti hanno organizzato un incontro di idee tra i loro colleghi e numerosi esponenti del mondo scolastico agrigentino. La loro iniziativa ha voluto mettere in evidenza che anche nella città di Pirandello maturavano le nuove esigenze sentite dagli studenti di tutta Italia» [N.2]. Un anno dopo, l'ondata di contestazione attraversava la scuola canicattinese.

A Canicattì il senso di malessere nel mondo della scuola era antico. Già negli anni cinquanta gli studenti del Liceo classico - ormai non più scuola esclusivamente di élite perché «solo in piccola parte» «frequentata da figli di gente economicamente benestante»[N.3] - denunciavano la crisi nei rapporti fra docenti e discenti e, per avviare una discussione sui problemi scolastici, stampavano il primo giornale studentesco locale di cui si ha notizia, "Strabicus":

«Questo foglio - informava l'editoriale del n. 2 - è nato per una più ampia ed esauriente discussione dei problemi che ci premono. Crediamo così di interpretare assieme al nostro il vostro desiderio, avviando la discussione su una delle più interessanti questioni: il grado di relazione tra alunni e professori […].

Invitiamo così chi di dovere a trovare il tono giusto per farsi intendere dai giovani, i quali d'altra parte dovranno fare di tutto perché gli sforzi dei professori vengano assecondati e le loro aspirazioni soddisfatte creando nella scuola un clima di collaborazione che sgombri il terreno di quella cortina che separa il mondo degli alunni da quello dei professori, crea una certa pesantezza nei loro rapporti e spesso delle conseguenze che nuocciono alla scuola e talvolta motivo di astio tra professori ed alunni o viceversa» [N.4].


Il giornale, inoltre, parlava curiosamente di mitra (i dirigenti del giornale avevano inviato al dott. Ugo Piazza la micidiale arma da fuoco che tanto sangue farà scorrere negli anni bui della follia terrorista) [N.5] e di tumulti e sciopero: «Qualora in aula, regolarmente provvista di banchi e di relativi studenti si faccia scendere la temperatura al di sotto dei 25° centigradi, gli studenti medesimi reagiscono curiosamente, radunandosi in gruppi scomposti e tumultuanti; tale fenomeno si chiama "sciopero"» [N.6].

A parte la presenza dell'Unione goliardica, fino agli anni della contestazione studentesca non si ha alcuna testimonianza di una qualche attività politica nel mondo degli studenti.

È in occasione dei fatti di Battipaglia (1969) che Canicattì vedrà per la prima volta gli studenti del Liceo "U. Foscolo" e dell'ITCG partecipare ad uno sciopero a carattere politico:

«Tutti gli studenti del tecnico e buona parte del ginnasio protestano contro la repressione della polizia per gli operai uccisi. Duro scontro con il preside del liceo, dinanzi alla scuola, che minaccia i "suoi" alunni, nel tentativo di farli entrare. Ma da allora il preside non si farà vedere, almeno in quella posa, quando c'è tensione […]» [N.7].

Sulla crisi della scuola i liceali espressero le loro posizioni sul giornale "Dimensione Giovane", diretto dalla prof.ssa Ida Abate e redatto da Salvatore Corsello, Rosario Livatino e Paolo Santamaria; e per avere «una visione totale» dell'argomento» intervistarono professori e dirigenti [N.8].

Le prime occupazioni degli studenti iniziarono nel 1971 al Liceo e all'Istituto tecnico e si prolungarono per alcuni mesi. L'anno si concluse con lo sciopero del 7 dicembre, in occasione del quale molti studenti, pur astenendosi dalle lezioni, non parteciparono al corteo sindacale, altri vi partecipano dissentendo con la linea sindacale; «dissenso - notò un protagonista di quegli anni - che si farà sempre più profondo e cosciente, fino a diventare scontro nella lotta degli ospedalieri» [N. 9]. La linea politica rivoluzionaria del movimento studentesco, tendente a «fare della scuola una base rossa», passava attraverso lo scontro con il sindacato e, inoltre, attraverso la sconfitta dell'«ipotesi demagogico-riformista del PCI» e la «distruzione dell'apparato repressivo statale» [N.10].

Le avanguardie studentesche si trovarono così divise: da una parte la cosiddetta "nuova sinistra", che riprendeva la tradizione rivoluzionaria del marxismo-leninismo (Movimento Studentesco), dall'altra la sinistra storica (FGCI), che seguiva la tradizione riformista togliattiana.

Agli inizi della contestazione, espressioni significative della nuova sinistra canicattinese furono l'organizzazione "La comune proletaria", il giornale "Il Punto" e il cineclub "Eisenstein".

Un'originale organizzazione (e di certo fra le più significative esperienze canicattinesi del post-sessantotto) fu "La Comune Proletaria", nata nel 1970 dall'esperienza del "Movimento Studentesco" [N.11]. Fra i suoi fondatori, e collaboratore del "Punto", spiccava Antonio Cupani. Il punto di vista dei comunardi canicattinesi è espresso in un documento pubblicato su "Il Punto" in occasione delle elezioni regionali siciliane del 1971 [N.12]. La comune proletaria confluì successivamente in "Lotta Continua", che intanto si era diffusa anche in Sicilia.

Fu una stagione di epiche lotte non solo studentesche, "formidabile" riteniamo nonostante la deprecabile «regressione teppistica, consumistica, edonistica, la crisi della militanza, il riflusso culturale» - per dirla con un suo protagonista, il preside Giuseppe Lanza - cui approdò negli anni Settanta e seguenti. Una critica questa che non nega la necessità delle «lotte» sociali e civili, ma suggerisce una «coscientizzazione di esse con gli strumenti della scienza, della filosofia, della riflessione critica» (L. Lanza, Scuola e società nel distretto di Canicattì, Comune di Canicattì, 1977, p.11).


2. "Il Punto", un giornale per la rivoluzione

"Il Punto", uscito negli anni 1970 e 1971, era un mensile di informazione e controinformazione diretto dal prof. Vincenzo Sena [N.13]. Fra i suoi più attivi collaboratori troviamo Diego Guadagnino, curatore della rubrica "libri", e Giuseppe Cacciato [N.14]. L'articolo di fondo del secondo numero chiarì la visione del giornalismo dei suoi redattori: «Noi non riusciamo a stare alla finestra e a guardare. A noi piace scendere per le strade, mescolarci alla gente, sentirne gli umori, parlare con essa, lasciarci …» [N.15]. Il giornale, con la sua fraseologia rivoluzionaria (ricorda molto "Falce e Martello", il giornale socialrivoluzionario diretto dal farmacista Diego Cigna e pubblicato negli anni 1920, 1921 e 1922 a Canicattì) in realtà era la voce della nuova sinistra [N.16]; e in tal senso appare un'eccezione l'articolo La politica delle riforme nell'Italia degli anni settanta di Gaetano Augello. Molti e diversi gli argomenti trattati in appena nove numeri (l'ultimo numero uscì a luglio del 1971): la scuola, le lotte sociali, la questione meridionale e agraria, il divorzio, la sanità, ecc. Ci soffermiamo su due di questi: la critica alla cultura borghese e, in particolare, la questione agraria, che rivestiva una particolare importanza per la sinistra, vecchia e nuova.


3. La critica alla cultura e all'associazionismo borghese

I leader della nuova sinistra locale, interpretando i propri bisogni e quelli delle nuove generazioni (fecero proprio il detto di Socrate: "Tutto potete chiedermi, ma non di non cercare di capire quello che pensano gli altri e di non dire quello che penso io"), espressero il loro radicale rifiuto della cultura borghese in generale e mossero una critica impietosa alla «classe "colta"» e alla «generazione più matura» di Canicattì:

«sempre "in vista", stimati onorati, "con la testa sulle spalle", assertori accaniti del "buon senso" e del quieto vivere, frequentatori indefessi e metodici dei numerosi "circoli" cittadini, commemoratori ineffabili di date solenni, instancabili pettegoli e assidui "consacratori" della messa domenicale delle 12, a San Diego, [ai quali], per dirla con Einstein, "il cervello non serve, una spina dorsale sarebbe stata sufficiente". Perché loro, tutt'al più, sapranno ubbidire a chi li comanda, ai quali soltanto è concesso di pensare e di avere un cervello» [N.17].

Su questa linea attaccarono il variegato universo dell'associazionismo borghese: il Club delle mamme, «organizzazione pseudo filantropica ed "umanitaria", centro di ritrovo delle mogli della borghesia nostrana» [N.18]; il club service Lyons, «luogo dove si ritrovano periodicamente gli sfruttatori e i parassiti di Canicattì, portatori dell'ideologia della reazione e della conservazione, organizzatori di attività "assistenziali", "culturali" e via di questo passo, ma in realtà autori di periodiche "sbafate" e niente di più»; il Circolo Culturale, «centro di raccolta di aderenti ad un ben determinato partito e a una ben determinata e comoda ideologia politica» [N.19]. E una critica perfino ai circoli ricreativi delle sezioni locali dei partiti, creati per «spillare denaro dalle tasche non sempre ricche dei poveri studenti e dei sottoccupati dell'Università e dell'edilizia», e in particolare alla sezione del Movimento Sociale Italiano che, «strumentalizza i "Giochi proibiti" per accostare i giovani sprovveduti e svolgere nei loro confronti un'opera di non opportuno e prematuro addottrinamento» [N.20].

In alternativa i leader del movimento si proponevano di promuovere «iniziative di carattere sostanzialmente democratico, aperte alla partecipazione di tutte le componenti sociali, in cui il dibattito delle opinioni schiude alla mente nuovi orizzonti e sempre più ampie prospettive di contatti umani e politici» [N.21]. Fra quelle promosse vi era l'attività del Cineclub "Eisenstein", un'associazione che svolgeva «una notevole attività culturale», anche se più fra i giovani che tra gli adulti e gli anziani [N.22]. L'Associazione era stata costituita a Canicattì il 10 marzo 1967 ed è definita nell'articolo 1° dello "Statuto" una libera associazione senza fini di lucro e «assolutamente apolitica» che ha «per fine essenziale lo sviluppo e la diffusione della cultura cinematografica, particolarmente attraverso la proiezione di film in forma privata» e che «vuol contribuire, con tutte le sue possibilità, al progresso della cultura cinematografica, degli studi storici, della tecnica e dell'arte cinematografica». Ne fu primo presidente il dott. Giuseppe Mantione [N.23]. Per avere un'idea dello spessore culturale dell'attività del Cineclub basti guardare il programma della stagione 1970-'71 che spazia dai classici della risata, alla "fantascienza come problema", dal cinema politico allo "studio sulla delinquenza minorile", dall'omaggio ad Eisenstein alle "tendenze nuove del cinema dell'est" [N.24].


4. I problemi dell'agricoltura

"Il Punto" si occupò della questione agraria in tre occasioni: le elezioni regionali del 1971, il seminario di studi del Movimento Studentesco, una denuncia agli amministratori comunali dei più gravi problemi della Città.

Sena individuò le più appariscenti carenze del settore: «La viabilità rurale in stato di abbandono. L'elettrificazione delle campagne, come al solito, va avanti troppo a rilento. I piani dell'ESA stentano ad entrare nella loro fase risolutiva. Gli impianti di trasformazione del tutto insufficienti»; e propose un'inchiesta per mettere «in luce tutti gli aspetti aberranti della situazione e le proposte di soluzione dello scottante problema» [N.25].

Vincenzo La Monaca del PSIUP intervenne «sulle tendenze generali di sviluppo dell'agricoltura e dell'industria meridionale» al fine di individuare i compiti della sinistra per la costruzione dell'alternativa di classe, partendo dall'analisi storica del fallimento della riforma agraria in Sicilia:

«È stata data la terra ai contadini, ma in quantità insufficiente e priva delle necessarie infrastrutture per un razionale e redditizio sfruttamento; così dopo pochi anni sono stati costretti ad andarsene delusi da quella terra che avevano conquistata dopo tante lotte e tanti sacrifici» [N.26].

Sulla situazione specifica dell'emigrazione a Canicattì si occupò un "Seminario di Studi" del Movimento Studentesco sul sottosviluppo del Meridione ed emigrazione, con queste conclusioni:

«1) Dopo le lotte della riforma agraria che tante speranze avevano acceso nell'animo dei nostri contadini, ha inizio l'esodo di massa dalla Sicilia verso il Nord dell'Italia e verso i paesi CEE.

2) La classe contadina del nostro paese è costretta, per sopravvivere, ad andare all'estero! Si disperde così quella massa di contadini e di braccianti proletari che si era temprata nelle lotte. Lotte che avevano raggiunto momenti molto alti e significativi, occupazione di feudi, scioperi grandiosi, blocchi stradali e ferroviari e, nell'ormai lontano 1947, scontro con la polizia fascista e padronale di Scelba (tre braccianti uccisi, molti compagni licenziati e messi in carcere per lunghi anni).

Dai paesi vicini molto più miseri rispetto a Canicattì si riversa un certo numero di contadini e di piccoli imprenditori che non ha però la stessa forza e lo stesso stato di politicizzazione del movimento contadino paesano.

Sostanziale falsità di dati in quanto, a) gli emigrati non sono cancellati dallo ufficio anagrafe per il fatto che percepiscono gli assegni di disoccupazione. La maggior parte dei quali sono emigranti stagionali; b) i Comuni hanno tutto l'interesse di non cancellare gli emigranti in quanto l'apparato burocratico è proporzionale al numero degli abitanti effettivi»
[N.27].

Il Movimento Studentesco, inoltre, nella prospettiva di un rilancio delle lotte sociali e politiche, cercò un rapporto con i contadini, specialmente giovani:

«La nostra attività si è rivolta ai quartieri, sforzandosi di dare alle masse popolari una coscienza politica e classista e di organizzare in seno ai quartieri dei comitati di base, i quali costituissero quadri politicizzati dei contadini, che dovevano e dovranno rappresentare una avanguardia per le future lotte politiche - sociali contro lo sfruttamento e la depressione economica, funzionale allo sviluppo del capitalismo imperialista italiano del nord. Ma durante le assemblee ci siamo accorti che, a causa dell'emigrazione, mancavano assolutamente i giovani, che sono la forza più attiva della società e verso cui era maggiormente rivolta la nostra azione politica e sociale.

Da questa esperienza, abbiamo cercato di approfondire l'analisi socio - economica di Canicattì, costituendo in seno al Movimento Studentesco dei seminari di studio e facendo delle statistiche, che hanno dato dei risultanti sconcertanti per quanto concerne l'emigrazione e l'ufficio di Collocamento di Canicattì, la cui inefficienza si riscontra dal fatto che a Canicattì i contadini vengono "pattuiti" come bestie da soma nelle piazze e ciò costituisce un grave attentato alla dignità della persona umana. Comunque non si deve credere che tale stato di cose interessi solo Canicattì, ma esso si inserisce bene nella logica del sottosviluppo meridionale».


Ma nonostante le analisi, le ricerche e i diversi tentativi di approccio, la nuova sinistra canicattinese non riuscì a stabilire legami significativi con le masse popolari e, in particolare, a farsi interprete dei bisogni immediati del mondo contadino, né quindi a promuoverne le lotte per contribuire a unificarle con quelle della classe operaia del Nord.


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NOTE
1. Un'adolescente parla ai giovani di oggi, in "Al cominciar dell'erta", mensile della Scuola Media "G. Verga" di Canicattì, numero unico, gennaio 1968.
2. Ma questa scuola va riformata, o no?, in "Alfa 68", numero unico, Agrigento, marzo 1968.
3. Quattrocchi, Alunni e professori, in "Strabicus", a. I n. 2, Canicattì 4 febbraio 1956, p. 1. Sullo stesso numero di giornale lo studente Vicio Sena ridicolizzava in versi certi studenti incapaci e raccomandati della borghesia locale: «il figlio di papà, / il ricco possidente, / che vien tirato avanti / senza sapere niente».
4. Quattrocchi, Alunni e professori, cit.
5. Il dott. Ugo Piazza, ringraziando per il dono ricevuto, rispondeva che si proponeva «di usarlo su di loro (tocca ferro!) per vedere i vantaggi che questo ultimo modello offre», in "Strabicus", cit., p. 3.
6. Lo Studente, in "Strabicus", ibidem.
7. Bozza dattiloscritta di documento sul movimento studentesco di Canicattì (senza titolo né data, presumibilmente risalente alla fine del 1971-inizio del '72), in "Carte V. Sena".
8. Cfr. R. Livatino, La crisi della scuola, in "Dimensione Giovane", a cura del Liceo "Ugo Foscolo" di Canicattì, aprile 1971. Si tratta di tre interviste: al provveditore Gullotta e ai presidi Caramazza e La Carruba.
9. Bozza dattiloscritta…, cit.
10. Ibidem.
11. Sul Movimento Studentesco "Il Punto" pubblicò una interessante relazione, a cura della stessa organizzazione, che individuava nei giovani, studenti e contadini, i soggetti delle lotte sociali e politiche a Canicattì (cfr. Il Movimento Studentesco, in "Il Punto", a. I n. 2, Canicattì, dicembre 1970, p. 2
12. A. Cupani, La comune proletaria - La situazione politica attuale, in "Il Punto", a. II n. 8, Canicattì giugno 1971, pp. 1,3.
13. Alle elezioni amministrative comunali del 7 giugno 1970 Sena si candidò come indipendente nelle liste del PCI. Alle elezioni politiche del '72 «Il compagno Sena della comune proletaria di Canicattì» fu candidato nelle liste del "Manifesto" per la Sicilia occidentale (Cfr. Le nostre liste sono fatte da militanti, da compagni protagonisti delle lotte del 68-69 e di quelle contadine del 48-50, in "Il manifesto siciliano", Palermo, 6 aprile 1972). Il 25 novembre 1972 comunicava al PCI le sue «dimissioni, immediate e irrevocabili, da consigliere comunale» (cfr. foglio manoscritto f.to Vincenzo Sena, in Archivio DS di Canicattì).
14. Guadagnino e Cacciato ne furono anche redattori assieme a Gioacchino Carlino, Roberto Catanese, Arcangelo Favata, Gianni Antonio Ferreri e Paolo Lo Verme,
15. e due!, in "Il Punto", a. I n. 2, Canicattì, dicembre 1970, p.1.
16. Democrazia e dittatura del proletariato (f.to Spartacus); D. Guadagnino, Realisti ed utopisti ovvero sfruttatori e sfruttati; D. Guadagnino, Legalità borghese e violenza proletaria; Documento del M.P.L. Provinciale sulla questione del Mezzogiorno sull'unità delle sinistre di classe; G. Cacciato, Colombo, il meridione e la lotta di classe; Assemblea: Ospedalieri e studenti alla "Comune Proletaria";…
17. Iniziative culturali, apatia e sottocultura , in "Il Punto", a. II n. 3, Canicattì, gennaio 1971, p. 1.
18. G. Cacciato, I nemici di Canicattì, in "Il Punto", a. II n. 5, Canicattì, marzo 1971, p. 3. Cfr. anche G. Cacciato, Club delle mamme e Rovitelli: le due facce di Canicattì, in "Il Punto", a. II n. 4, Canicattì, febbraio 1971, p. 1.
19. G. Cacciato, I nemici di Canicattì, cit.
20. Circoli ricreativi, in "Il Punto", a. II n. 7, Canicattì, maggio 1971, p. 2.
21. Iniziative culturali, apatia e sottocultura, in "Il Punto", a. II n. 3, Canicattì, gennaio 1971, p. 1.
22. Ibidem.
23. Statuto del Cineclub "Eisenstein" di Canicattì, Canicattì lì 10 marzo 1967. Nel periodo caldo della contestazione studentesca il Cineclub era diretto da Carmelo Asaro, Giuseppe Cacciato, Diego Guadagnino, Maria Luisa Cacciatore, Antonio Mannarà, Gino Gangitano, Ezio Ferreri; altri attivi frequentatori erano Calogero Pepe, Giuseppina Costanza, Giuseppe Accardo e Maria Carusotto (cfr. Cine-Club, in "Il Punto", a. II n. 5, Canicattì, marzo 1971, p. 2).
24. Cine-Club, in "Il Punto", a. I n. 2, Canicattì, dicembre 1970, p. 5.
25. V. Sena, Amministratori rispondete!, in "Il Punto", a. II n. 6, Canicattì, aprile 1971, p. 3.
26. V. La Monaca, Nuovi termini della questione meridionale, in "Il Punto", a. II n. 8, Canicattì, giugno 1971, p. 2.
27. Emigrazione, in "Il Punto", a. I n. 2, Canicattì, dicembre 1970, p. 4.

SALVATORE VAIANA 

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