22.11.09

SALVATORE VAIANA, Nuovi locali per una scuola d'avanguardia e funzionale all'economia del canicattinese


Pubblicato su "nonsoloagricoltura" n. 1, Canicattì 1999.











Ancora una volta l’IPSAA “R. Livatino” di S. Cataldo (CL) - sede coordinata di Canicattì è costretta a lanciare un ennesimo SOS per le condizioni di disagio didattico in cui si trova ad operare quotidianamente e da sempre. Un disagio derivante dall’inidoneità dei locali dell’Istituto: angusti, pericolosi per l’incolumità fisica di alunni ed operatori, carenti nel numero di aule necessarie per le attività didattiche, con impianti elettrici non a norma di legge, con carenza di servizi igienici, con una sala professori che è anche sala d’ingresso, bidelleria, sala di attesa della Direzione, biblioteca.
Questa grave situazione produce un forte senso di malessere nell’utenza che nei mesi scorsi si è espresso in diverse forme di protesta studentesca. Il caso è approdato a TV Europa e a Tele Radio Canicattì con servizi giornalistici che hanno mostrato la fatiscente struttura.
L’inefficienza dei locali contrasta fortemente con la presenza di un corpo docente motivato, che non lesina tempo per continuare nella realizzazione di un ambizioso progetto che, utilizzando le nuove possibilità offerte dall’autonomia scolastica, tende ad inserire la scuola nel tessuto produttivo del canicattinese attraverso la formazione di agrotecnici competenti.
I docenti sono impegnati in diverse iniziative culturali e ricreative, integrative dell’iter formativo dei discenti: 1. educazione alla legalità, 2. cineforum, 3. educazione musicale (esiste già un gruppo musicale), 4. attività ludiche e sportive, 5. giornale di sede; e nello svolgimento, in “area di approfondimento”, di diverse tematiche culturali, di attualità e professionali: la storia della moneta dalle origini all’Euro; la storia di Canicattì attraverso i suoi monumenti; la carne ovina e caprina dall’alleva-mento al consumo (seguito dell’approfondimento dello scorso anno sulla carne bovina).
Ma ciò che fa dell’Istituto “R. Livatino” una scuola d’avanguardia nell’istruzione professionale della provincia è la sua capacità di sperimentazione in diversi settori: lo scorso anno ci si è orientati verso le piante officinali e medicamentose (si è arrivati all’individuazione e alla raccolta di alcune piante spontanee), la coltivazione dei fiori (lilium, tulipani, nerine, iris), la liofilizzazione dei prodotti ortofrutticoli, la sperimentazione di prodotti base dell’uva Italia, le tipologie di mosto: muto, chiarificato, concentrato.
Grazie alle due aziende annesse alla scuola e site una in c/d Carlino e l’altra in c/d Rabadao, in un territorio aziendale esteso in totale 11 Ha, i terreni di c/d Carlino vengono coltivati per 2 Ha a vigneto - uva da mosto e per altre 2 Ha ad oliveto, mentre i terreni di Rabadao sono per il momento solo seminativi. La produzione in questi campi aziendali è stata utilizzata per una originale attività di trasformazione che ha dato origine all’olio Bios e al vino Merum, grazie anche ai macchinari donati dall’ammini-strazione comunale di Canicattì. Dopo queste due gratificanti esperienze, quest’anno l’azienda arricchisce la sua attività confezionando l’aceto Vis, il miele e dei liofilizzati, grazie anche ad un liofilizzatore dato in donazione dal Consiglio d’Istituto. Insomma, quando si pone fiducia nelle potenzialità dei soggetti della scuola (studenti, docenti, non docenti) e si forniscono le strutture e gli strumenti necessari, la scuola risponde positivamente, con la dedizione al lavoro e con un alto grado di professionalità.
Perché allora vanificare questo patrimonio di capacità progettuali e tecniche e di acquisite esperienze professionali in un momento in cui la nuova Amministrazione comunale sembra impegnata in una seria politica di programmazione, accompagnata da interessanti convegni sull’agricoltura (“Linee evolutive della cerealicoltura” del 28 novembre 1998, “Quale agricoltura per l’Europa del 2000” del 21 dicembre 1998), che pare privilegiare il settore considerato da tutti il settore trainante della nostra economia locale? L’utenza e gli operatori scolastici ritengono che in una “consulta comunale per l’agricoltura” dovrebbe avere spazio e voce una rappresentanza significativa dell’IPSAA “R. Livatino”. La nuova Amministrazione dovrebbe contribuire a potenziare questa scuola nella prospettiva di un nuovo sviluppo produttivo che, dopo 10 anni circa di crisi dell’Uva Italia, tenta una timida riconversione dalla monocoltura alla policoltura: ortocoltura e frutticoltura basata quest’ultima sulla produzione di uva e di pesche, cui si potrebbero aggiungere l’olivo e il mandorlo (produzioni, come si è detto, in progetto o già in fase di sperimentazione nelle due aziende della scuola) e ancora le susine, il fico d’india e il pistacchio; una produzione quindi che sia diversificata e destinata al mercato fresco e della trasformazione industriale. La scuola, se sarà incoraggiata, potrà fornire, utilizzando canali come le facoltà di Agraria dell’Università di Palermo e Catania e l’Istituto regionale “Vite e vino”, sperimentazione e agronomi sempre più competenti al produttore, che potrà così ottenere una produzione di qualità - con elevate ed originali caratteristiche organolettiche, un giusto stadio di maturazione, una “produzione pulita” e non solo attraente e gustosa - per potere garantire un prodotto che rientri nei rigidi standard fissati dalle normative nazionali e comunitarie. Si tratta, in estrema sintesi, di una rivoluzione produttiva che ormai si rende necessaria se si vuole entrare in un potenziale mercato europeo di 370 milioni di consumatori in cui, anche per effetto dell’Euro, aumenterà la concorrenza e quindi un miglioramento della qualità dei prodotti e una diminuzione dei prezzi.
La nuova Amministrazione dovrebbe intanto svolgere un ruolo di pungolo nei confronti dell’Amministrazione provinciale di Agrigento per risolvere l’annoso problema degli inadeguati locali del-l’Istituto (tuttora, per queste carenze, non è possibile mettere in funzione l’aula degustazione vini, l’aula informatica, ecc.), e concedere i fondi per una macchina per la conservazione sottovuoto dei prodotti aziendali e per potenziare il laboratorio di chimica agraria.
Esaudire queste richieste significa potere realizzare i “progetti a medio termine” di questa dinamica realtà scolastica rivolti ad aprire la sede al territorio fornendogli, attraverso il laboratorio di chimica, l’analisi dei terreni, delle acque, ecc., e quelli “a lungo termine” che prevedono fra l’altro l’impianto dell’olivo e del mandorlo nell’azienda Rabadao e un oleificio con estrazione a freddo autogestito dagli agrotecnici diplomati nell’Istituto con l’obiettivo di far loro acquisire valide esperienze di lavoro e un primo guadagno.
L’utenza ed il personale dell’IPSAA “R. Livatino” confidano nella sensibilità delle amministrazioni comunale, guidata da un sindaco e da un assessore che ci auguriamo - anche per la loro funzione di docenti nella scuola canicattinese - attenti ai problemi dell’Istituto, e provinciale (la sede ha già ricevuto un finanziamento di 150 milioni, che rappresenta un primo riconoscimento della scuola agraria come risorsa imprescindibile per lo sviluppo) per i problemi della scuola e dell’agricoltura canicattinese affinché vengano colmate in tempi brevi le segnalate carenze. E in quest’attesa, utenza e personale continuano il loro quotidiano lavoro, augurandosi che eventuali frustrazioni non riducano una scuola così dinamica, dalle grandi potenzialità e strumento necessario per uno sviluppo agro-produttivo, ad uno dei tanti diplomifici.

SALVATORE VAIANA

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