16.3.13

SALVATORE VAIANA, Al di là dell’illusione dell’immortalità

 
Nino Agnello 

Per sopravvivere al silenzio

Thule edizioni
Palermo 2012





Cosa fare «per sopravvivere al silenzio»? «Scrivere», risponde Nino Agnello, scrittore cattolico: «Come disseppellire i ricordi? Come far vivere con noi persone care e conosciute, scomparse e forse da tutti dimenticate? Con la scrittura. Io potevo farlo solo con la scrittura».
Si deduce che, assieme agli oggetti della scrittura, l’azione dello scrivere salva nel contempo il suo soggetto, l’autore che si propone, seppur con il dubbio della modestia, come «epicentro» di una costellazione di persone e vicende: «Tutto, allora, riconducibile a me? Sono io l’epicentro a cui faccio ruotare ricordi, fatti e avvenimenti? Sì, è molto probabile che sia così».
Insomma, la scrittura, come l’armonia foscoliana, «vince di mille secoli il silenzio» immortalando i personaggi e il loro autore. E ciò almeno, per dirla ancora con l’autore del carme “Dei Sepolcri”, «finché il Sole risplenderà su le sciagure umane»; oltre chissà, insinua il reticente finale.
Il ricordo storico o letterario rimane l’unico futuro per coloro che lasciano «eredità d’affetti» e valori, sempre più evanescenti in questo nostro persistente «reo» tempo. Ed è l’unica consolazione specialmente per chi - ma non è il caso di Agnello - non potendo aspirare alla vita eterna dopo la morte, vaga, magari nella meditativa quiete serale, lungo i sentieri del «nulla eterno». Una ricerca di laica salvezza nella memoria dei posteri è comprensibile in una visione materialistica della realtà, ma appare se non paradossale almeno insignificante in una visione spirituale che si nutre della certezza di un futuro in un aldilà abitato da anime che in eterno contemplano l’Eterno.

Anche allo scrivente è capitato di tirar fuori dall’oblio persone e avvenimenti e consegnarle alla storiografia. Persone e avvenimenti che hanno inciso nella storia, seppur in una dimensione locale, contribuendo alla costruzione di un futuro migliore, ma che l’ideologia dominante tenta di falsificare o di seppellire per sempre cancellandone le tracce. Persone che la storiografia delle classi dominanti condanna alla marginalità o addirittura al silenzio: braccianti, contadini, artigiani, operai; umili ma forti protagonisti di lotte per l’emancipazione che vagano nel limbo della storia cercando un autore che possa traghettarli nel racconto della vicenda umana.
Protagonisti e relative vicende che, oltre a reclamare visibilità,  ci ricordano quanto sia arduo il processo di emancipazione dallo sfruttamento e ci indicano la via verso la libertà in questo universo dall’incomprensibile senso.

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